Cari amici di Zona stadio, siamo arrivati alla lettera O e oggi parliamo dei cosiddetti ‘giocatori operai’.
Cito innanzitutto sia Adelmo Paris, generoso mediano degli anni Ottanta, sia Angelo Castronaro, altro motore di quella zona di campo che ci regalò pure un gol contro la Juventus a Torino, in un incontro che finì 1-1.
Inserisco inoltre in questa lista Ivano Bonetti, che avendo la fortuna di avere come vicino di ombrellone a Misano sono riuscito ad intervistare.
È una persona davvero speciale, ti mette subito a tuo agio ed è molto in gamba nel rispondere ai miei flash: gli faccio tre domande, e a sorpresa lui non si considera proprio un calciatore operaio.
In effetti ricordo bene che tecnicamente era piuttosto forte, ma mi stupisce spiegandomi di essere nato come fantasista. E infatti la Juventus, con cui vincerà scudetto e Intercontinentale nella stagione 1985-1986, lo acquistò come tale o come esterno di sinistra: tuttavia, i bianconeri intuirono le sue doti di corridore (dotato comunque di ottima tecnica, cose non sempre facili da abbinare) e gli affidarono mansioni più difensive, anche perché avendo davanti gente come Platini e Laudrup non era facile trovare spazio sulla trequarti.
Ma è proprio a Bologna, sotto la guida di Maifredi, che cambiò modo di giocare, in quanto Gigi impostò la squadra secondo una zona pura, dando a lui e a tutti i centrocampisti compiti di pressing e immediata ripartenza. Perché, come detto, oltre ai piedi buoni Bonetti possedeva grande resistenza e senso tattico.
Abbiamo poi concluso la nostra chiacchierata con qualche parola su Bologna città, che Ivano ricorda con tanto piacere per la bellezza, l’affetto dei tifosi e la vivacità di quegli anni.
Un ringraziamento e un saluto da parte di entrambi, come potete vedere nel video qui sotto (siamo rimasti a debita distanza, tranquilli)…
Roberto Porrelli
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Foto: Collezione Lamberto e Luca Bertozzi