Sì è vero… quando chiudono le strade per la partita, noi che abitiamo in zona stadio ci arrabbiamo. Ma quando poi sentiamo (o meglio sentivamo, viste le restrizioni generate dalla pandemia) il boato del pubblico rossoblù per un gol segnato o sfiorato, allora tutto passa in secondo piano.
In verità questa antipatica chiusura e la deviazione degli autobus è un’invenzione piuttosto recente (correggetemi se sbaglio). Invece il boato della folla ha radici antiche, e neanche un malefico virus riuscirà ad estirparle.
Quell’urlo generale, una sorta di tuono capace di farti aumentare l’adrenalina in un istante, lo sentimmo anche una sera di dicembre del 1979, quando Luciano Chiarugi ci regalò un memorabile 1-0 contro la Lazio con un tiro ad effetto che sembrava uscire ma poi si insaccò sotto la San Luca.
E chissà che fragore produsse il pubblico dell’allora Littoriale il 29 maggio 1927, giorno della sua inaugurazione, in occasione delle due reti con cui l’Italia sconfisse la Spagna in amichevole.
Per non parlare dei boati che accompagnavano i gol, quasi sempre spettacolari, di Roby Baggio, Beppe Signori e Marco Di Vaio. Indimenticabili…
Un frastuono del genere, col Dall’Ara di nuovo pieno e possibilmente un Bologna più entusiasmante, vorremmo tornare a sentirlo presto grazie ai vari Arnautovic, Barrow e Orsolini. Ci ritroveremo bloccati nel traffico e poi ci tremeranno i vetri di casa, certo, ma sotto sotto ringrazieremo di vivere in zona stadio.
Roberto Porrelli
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